La carne in vitro

LA CARNE SINTETICA CREATA IN LABORATORIO E' UN'ALTERNATIVA AGLI ALLEVAMENTI. MA CON PERICOLOSE CONTROINDICAZIONI

Il primo hamburger in vitro, creato da una squadra olandese, è stato mangiato ad una dimostrazione per la stampa a Londra nel mese di agosto del 2013. Gli scienziati della Maastricht University in Olanda, guidati dal professor Mark Post, hanno preso cellule staminali da una mucca e le hanno fatte crescere fino a formare strisce muscolari che hanno combinato per produrre un hamburger. Il tessuto per la dimostrazione di Londra è stato coltivato utilizzando almeno 20.000 strisce sottili di fibre muscolari prodotte in laboratorio. Mark Post ha dichiarato che con la carne in vitro sarà possibile ridurre di un milione di volte i capi di bestiame in tutto il mondo.

Nel 2018 i giornali olandesi hanno annunciato che l’hamburger sintetico arriverà in commercio entro il 2022, con una produzione che avrà un ciclo di circa 9 settimane, durante le quali si forma quella che negli USA è definita la “proteina pulita”, in un’industria nella quale Bill Gates, Richard Branson e altri magnati hanno investito diversi milioni di dollari. Una produzione che potrebbe generare un giro d’affari di 140 miliardi di dollari nel prossimo decennio, conquistando il 10% dell’industria globale della carne. Con questa nuova tecnologia le multinazionali intendono immettere sul mercato un’alternativa sintetica ai prodotti a base di carne naturale.

La maggioranza dei consumatori, anche sulla spinta di una cultura del biologico, non condivide però l’idea di mangiare carne creata in vitro, artificialmente, ottenuta con l’uso di tecnologie molto sofisticate, attraverso liquidi di coltura che comprendono additivi e altri componenti chimici, anche d’origine animale (siero bovino fetale). La carne sintetica può essere infatti prodotta da cellule di specie animali diverse (bovini, suini, avicoli, pesci) e anche di talune razze particolari (chianina, angus, kobe ecc.). Una prospettiva che fa riflettere e che certamente fa rabbrividire i naturialisti, i protettori delle specie e razze animali e gli ambientalisti attenti alla biodiversità anche alimentare.

Al di là degli aspetti etici e ideologici, va rilevato che l’allevamento di bestiame contribuisce per il 40% a formare il valore globale della produzione agricola e sostiene nel mondo 1,3 miliardi di persone. Il settore zootecnico è inoltre uno dei settori in più rapida crescita nell’ambito dell’economia agricola. D’altra parte la carne sintetica contribuirebbe a ridurre la fame nel mondo e vantaggi notevoli in termini di sicurezza alimentare.

Restano molti dubbi sulla sicurezza della mioglobina, la proteina simile all’emoglobina, rivelatasi un ottimo stimolante, che ha conferito alla carne in vitro il tipico colore rosso e un sapore più ferroso: secondo l’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’OMS di Lione (IARC), queste proteine sono le principali responsabili del legame tra consumo eccessivo di carni rosse e rischio di cancro al colon, proprio per quel ferro che, chi coltiva la carne (vegetale o animale), cerca di inserire nel prodotto.