Milano, il toro senza palle

LE PALLE DEL TORO A MILANO: ECCO IL SEGRETO DI UNO DEI SIMBOLI MENEGHINI

Impanate e fritte, si chiamano animelle e si dice siano gustose, ma quando le tocchi portano fortuna, o almeno questo è ciò che si dice e si fa a Milano in Galleria Vittorio Emanuele II, dove le palle del toro raffigurato sul pavimento nello stemma della Città di Torino sono sempre più consumate dall’uso.

Non è difficile trovarlo, c’è sempre una gran coda di persone che si vogliono cimentare nell’opera, basta portarsi al centro della grande galleria, proprio sotto l’ampia cupola di vetro, e sul pavimento non sarà difficile scorgere il mosaico dello stemma di Milano attorniato da quelli delle altre città italiane: Roma con la Lupa, Firenze con il suo Giglio e Torino, con il suo Toro Rampante completo di grossi attributi che tutti vogliono schiacciare.

La tradizione orale racconta che, poco dopo il termine dei lavori di costruzione della galleria, alla vista degli attributi del toro, si diffuse l’idea che portasse bene toccarli e che, per non farsi scorgere troppo, si sarebbe dovuti calpestare fingendo il semplice passaggio su di essi.

Foto kspltj .Polen, CC BY-SA 3.0, Link

Con il tempo si ipotizzarono persino poteri legati alla fertilità e qualche volta le signore accarezzavano gli attributi con la mano o con il piede nudo, le più temerarie vi si sedevano persino sopra perché si diceva che in alcuni frangenti gli organi dell’animale potessero prendere vita, ma l’uso del piede, rapido e più discreto, era preponderante.

Così è finita che tutti indistintamente, uomini, donne e persino bambini, prendessero a calpestare le palle del toro e persino a insistervi sopra, facendo su dei giri con il tacco della scarpa. Piano piano la scaramanzia mutò le proprie usanze: ad alcuni bastava un solo giro completo del tacco per sentirsi fortunato, altri dovevano farne tre e addirittura c’è chi sostiene che funzioni solo alle ore 24 del 31 dicembre. L’unico a rimetterci è da sempre il povero toro, che ormai non ha più le palle, prima restaurate di frequente a causa dell’usura prodotta dal gesto, poi sostituite da una borchia di metallo, più resistente ma anch’essa già sparita lasciando al suo posto un profondo buco conico. Clicca qui per info su Milano e i suoi attributi.

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