Isis, Islamic State e Daesh

All’inizio si chiamò al-Qaeda in Iraq, poi Isis, quindi IS (Islamic State), in una parola: Daesh. Ecco l’evoluzione della più potente organizzazione terroristica degli ultimi anni: quando nacque, nel 2004 adottò il nome di al-Qaeda in Iraq che mantenne fino al 2006, dal 2006 diventò Isis e mantenne il nome fino al 2014, per poi autoproclamarsi IS Islamic State (Daesh) dal 2014 in poi. Lo Stato Islamico o IS o Daesh (così si chiama oggi) è dunque un’organizzazione jihadista attiva in Siria e Iraq, dove fino al 2017 controllava militarmente un ampio territorio. Il suo capo, Abu Bakr al-Baghdadi il califfo dello Stato Islamico è stato ucciso nel 2019 dagli americani.

In sintesi

L’Isis è nata in Iraq, dopo la fine della guerra (2003 – la guerra durò pochi mesi, e dal 2003 al 2011 ci fu l’occupazione americana dell’Iraq), quando contro le truppe di occupazione americane, degli alleati e del nuovo fragile governo iracheno si scatenò una guerriglia permanente, con attacchi, imboscate, attentati. In particolare dal 2004 al 2011 (anno in cui si completò il disimpegno Usa in Iraq e anno in cui gli americani dichiaraono di aver ucciso in Pakistan Bin Laden) si intensificarono gli attacchi delle varie milizie contro le forze d’occupazione e si intensificò anche lo scontro tra sciiti e sunniti per il governo del Paese, con diversi attentati che provocano la morte di centinaia di persone. Proprio in questo periodo (nel 2004) nacque al-Qaeda in Iraq, che si trasformò in Isis nel 2006 con al-Baghdadi al comando, il quale nel 2012 annunciò l’unione con la guerriglia siriana (quell’anno esplose la guerra civile in Siria) allargando lo Stato Islamico anche alla Siria (divenendo pienamente “Isis” e non solo “Isi” cioè Islamic State of Iraq and Siria mentre fino a quel momento era solo Islamic State of Iraq – ma per convenzione lo chiameremo solo Isis) ma provocando successivamente – sia per questo motivo sia soprattutto per la violenza delle azioni terroristiche dell’Isis – la rottura con al-Qaeda.

Nel 2014 l’Isis conquistò – compiendo terribili atrocità – la città di Falluja e di buona parte occidentale dell’Iraq e della Siria orientale, espandendosi poi a nord e a est, conquistando le città di Mosul e Tikrit e spingendosi fino al Kurdistan. In questo periodo, rotti definitivamente i legami con al-Qaeda, al-Baghdadi proclamò la creazione del califfato (o Stato Islamico, IS).

L’avanzata dell’IS venne frenata dai raid degli Stati Uniti e dalle milizie curde e sciite. A partire dal 2015, lo Stato Islamico cominciò a perdere terreno a causa dei raid aerei americani e alla pressione militare sia dell’esercito iracheno sia dell’esercito siriano sul fronte siriano, consentendo la riconquista irachena di diverse aree, incluse le città di Tikrit, Ramadi e Falluja. Nel 2016 l’unica grande città di cui lo Stato Islamico manteneva il controllo era Mosul, considerata la “capitale” del Califfato in Iraq. Nel 2017 IS ormai definito dalla comunità internazionale con il nome di Daesh perse l’ultima roccaforte sulla frontiera con la Siria e venne dichiarato ufficialmente sconfitto in Iraq anche se nel periodo successivo continuarono gli scontri e gli attentati.

Da organizzazione terroristica di al-Qaeda a Stato sovrano

L’evoluzione del nome di questa organizzazione militare e terroristica segna la sua evoluzione politica. La formulazione più recente di questa organizzazione jihadista è dunque IS cioè Islamic State. Ha la pretesa di essere uno Stato sovrano, un califfato, cioè uno Stato all’interno degli Stati ove ha acquisito il controllo di ampi territori. Nel 2014 al-Baghdadi, il leader, proclamò la nascita del califfato, l’IS appunto (Stato Islamico o Daesh) nei territori caduti sotto il suo controllo, in un’area compresa tra la Siria nord-orientale e l’Iraq occidentale. Nonostante l’IS dichiari di fondarsi sulla religione Islamica sunnita, molti leader del mondo islamico sunnita hanno sostenuto l’illegittimità della proclamazione e il contrasto dell’ideologia dell’IS con la dottrina religiosa.

Prima della proclamazione dell’IS (dal 2006 al 2014) il gruppo si faceva chiamare Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (Islamic State of Iraq and Syria, cioè Isis) o Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Islamic State of Iraq and the Levant, Isil). Levante indica infatti quella regione geografica che comprende il sud della Turchia, la Siria, il Libano, Israele, la Giordania e la Palestina e che viene indicata come Grande Siria o Levante.

Prima ancora il gruppo nacque come branca irachena di al-Qaeda fondata da al-Zarqāwī nel 2004 per combattere l’occupazione statunitense dell’Iraq e il governo iracheno sciita sostenuto dagli Stati Uniti dopo il rovesciamento di Saddam Hussein. Vediamo la storia e l’evoluzione dell’organizzazione.

La storia

Dopo l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001, il governo di George W. Bush jr. intraprese prima la guerra contro l’Afghanistan dei talebani e poi diede avvio al conflitto contro l’Iraq di Saddam. Gli Stati canaglia, come li aveva definiti Bush Jr. L’Iraq, infatti, era sospettato di detenere armi di distruzione di massa e di aiutare Al Qaeda.

Con la sconfitta di Saddam (e successiva cattura, processo e condanna a morte per impiccagione) ci fu l’occupazione statunitense (assai prolungata) dell’Iraq a cui si aggiunsero i conflitti interni iracheni tra sciiti e sunniti. In questo contesto nacque nel 2004 al-Qaeda in Iraq, fondata da al-Zarqawi. Lo jihadista al-Zarqāwī e il suo gruppo terroristico attirarono nuovi combattenti e nell’ottobre del 2004 si unirono alla rete di al-Qaeda di Osama bin Laden assumendo appunto il nome di al-Qaeda in Iraq o branca irachena di al-Qaeda.

Gli attacchi contro i civili, il governo iracheno e le forze di sicurezza americane aumentarono nei successivi due anni.

Al-Qaeda in Iraq di al-Zarqawi era dunque collegata ad al-Qaeda di bin Laden (guidata da bin Laden fino al 2011 e poi da al-Zawahiri – al Zawahiri è un medico e terrorista egiziano, tutt’ora in vita, inizialmente vice di bin Laden e poi dal 2011 ufficialmente il capo del gruppo terrorista islamico al-Qaeda in seguito alla morte nel 2011 di Osama bin Laden). Ma i due gruppi avevano visioni strategiche differenti. La rottura definitiva fra i due avvenne nel 2014. Nel febbraio di quell’anno Al Zawahiri sconfessò l’Isis per la sua esagerata violenza. Quattro mesi dopo, sempre nel 2014 l’Isis proclamò ufficialmente la nascita dell’IS (Stato Islamico) e quindi del califfato sui territori occupati avviando una offensiva terroristica violentissima.

Ma torniamo alla storia. Nel 2006 al-Zarqawi fu ucciso in un bombardamento statunitense e gli subentrarono altri leader che proclamarono (2006) la nascita dell’Isis. Inizialmente fu “Isi” cioè Stato islamico dell’Iraq e solo successivamente diventò Isis (Iraq + Siria). Ma per semplificare lo chiameremo Isis fin dall’inizio.

Secondo i servizi segreti statunitensi fin dall’inizio del 2007 l’Isis aveva pianificato di sottrarre potere nell’area centrale e occidentale dell’Iraq per trasformarla in un califfato. Nel 2007 gli attacchi violenti e indiscriminati dell’Isis contro civili iracheni avevano gravemente danneggiato l’immagine del gruppo e causato una perdita di sostegno da parte della popolazione, causandone un maggior isolamento. Le truppe statunitensi avviarono operazioni contro l’Isis e ciò permise di catturare o uccidere molti membri di alto livello. Al-Qaeda, all’epoca ancora collegata con l’Isis (che continuava ad essere una “filiale” di bin-Laden in Iraq, anche se nel frattempo aveva cambiato nome) sembrava aver perso il suo punto d’appoggio in Iraq e appariva seriamente menomata. Durante il 2008 una serie di offensive statunitensi e dell’esercito iracheno riuscì a scacciare le forze dell’Isis dai loro rifugi sicuri verso l’area della città di Mosul, nel nord del Paese, l’ultimo dei grandi campi di battaglia della guerra irachena fra Usa e Saddam. Nel 2012 al-Baghdādī fu nominato nuovo comandante Isis. Abu Bakr al-Baghdadi era un uomo carismatico e seppe sfruttare l’instabilità generata nel 2011-2012 dalla cosiddetta “Primavera Araba”. Fu così che Isis entrò in Siria. Al-Baghdadi ricostituì l’alto comando del gruppo, decimato dagli attacchi, affidando incarichi a ex militari e ufficiali dei servizi segreti del partito Bath che avevano servito sotto il regime di Saddam Hussein. Avviò una campagna militare con l’obiettivo di liberare fondamentalisti rinchiusi nelle prigioni irachene. La violenza in Iraq cominciò a crescere. E Isis cominciò ad espandersi in Siria.

In quello stesso periodo infatti esplose la guerra civile in Siria. Abu Bakr al-Baghdadi cominciò a inviare in Siria membri iracheni dell’Isis con esperienza nella guerriglia per formare un’organizzazione all’interno del Paese. Il gruppo cominciò a reclutare combattenti e a costituire celle terroristiche in tutto il Paese a sostegno dell’opposizione siriana.

Ma nel febbraio del 2014, dopo mesi di lotta per la leadership fra al Qaeda e Isis, al Qaeda rinnegò qualsiasi relazione con Isis perché – come dicevamo – fu considerata troppo violenta. Di conseguenza, in quell’anno, l’Isis – ormai indipendente da al-Qaeda – adottò il nome IS Islamic State proclamò la nascita del “califfato” con al-Baghdādī califfo. Sempre in quell’anno, nel 2014, l’Isis ormai divenuta IS ampliò il controllo sul territorio iracheno e in Siria (con la presa in giugno di Mosul). 

Le rapide conquiste territoriali dell’Isis hanno finito per attirare la preoccupazione della comunità internazionale, spingendo gli Stati Uniti e altri Stati occidentali e arabi a intervenire militarmente con bombardamenti aerei contro le roccaforti Isis in Iraq e in Siria da settembre 2014. Dopo la rottura con al-Qaeda, infatti, l’Isis è diventata il principale protagonista nella jihad globale. E a partire dall’ottobre 2014, altri gruppi jihadisti esterni all’Iraq e alla Siria hanno dichiarato la loro affiliazione all’Isis, assumendo il nome di “province” dello Stato Islamico: tra queste le province libiche attive nel contesto della seconda guerra civile libica.

L’ONU e gli Usa hanno esplicitamente fatto riferimento allo Stato Islamico esclusivamente come a un’organizzazione terroristica, del resto Isis non è né islamico, né uno Stato. Per questa ragione si usa il nome Daesh (acronimo arabo equivalente a Isis) o l’espressione “l’autoproclamato Stato Islamico”.

Sharia

L’Isis (e poi l’IS) trova il suo fondamento nell’applicazione estremizzata della sharia (Legge Islamica) in ogni ambito umano. Fonte della Legge Islamica non è solo il Corano, ma anche la Sunna, ovvero i racconti del Profeta: entrambi, infatti, sono diretta espressione della volontà divina e quindi guida pragmatica alla vita e all’ordine sociale quotidiano. Affinché la sharia possa essere applicata senza limitazioni, l’Isis promuove la Jihad ovvero la Guerra Santa volta all’espansione dell’Islam nel mondo e all’eliminazione degli infedeli.

Guerra all’Isis

Nel 2014 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha autorizzato i primi bombardamenti mirati contro lo Stato Islamico nel nord dell’Iraq e il lancio di aiuti umanitari alle popolazioni in fuga dalle zone da esso occupate. I primi attacchi sono stati effettuati con dei caccia F-18 e droni Predator. Le incursioni americane hanno permesso alle minoranze di salvarsi dallo Stato Islamico, che avanzando nel nord dell’Iraq massacrava le popolazioni, filmando tutto e postando su internet, seppellendo vive parte delle vittime, inclusi donne e bambini, e sequestrando centinaia di donne per trasformarle in schiave. Inoltre grazie all’appoggio aereo, i Curdi hanno riconquistato alcune roccaforti strategiche e l’esercito iracheno ha lanciato controffensive. Sempre nel 2014 l’UE ha approvato la fornitura di armi ai Curdi per aiutarli a contenere l’avanzata dello Stato Islamico.

I massacri sono proseguiti per mesi contro varie etnie e contro gli sciiti sia in Iraq che in Siria.

L’avanzata in Libia

Tra gennaio e febbraio del 2015 il califfato è sbarcato in Libia, paese ancora instabile dopo la caduta di Gheddafi, conquistando territori, compiendo attentati e fronteggiando altri gruppi armati già presenti nel paese.

Contemporaneamente l’Isis ha continuato ad avanzare e a conquistare terreno in Iraq e Siria distruggendo edifici storici e religiosi, fissando la sua caratteristica bandiera nera, sostituendola sopra alcune Chiese cristiane al posto delle croci e facendo video di propaganda in cui i suoi affiliati mostrano tutta la loro ferocia e furia distruttrice, accanendosi su beni culturali dall’immenso valore storico, da loro considerati una forma di idolatria. Nella primavera 2015 il califfato è arrivato nell’antica città siriana di Palmira, dove ha distrutto antichissimi monumenti, templi e beni storici patrimonio dell’umanità.

La comunità internazionale intanto ha formato una coalizione a guida americana contro l’avanzata dello Stato Islamico, con l’obiettivo di bombardare roccaforti Isis in Siria e Iraq. Nel novembre 2015 Francia e Russia hanno avviato gli attacchi aerei in Siria contro l’Isis.

Nello Stato Islamico vi sono decine di migliaia di combattenti, parte di questi arrivati da numerosi Paesi esteri (foreign fighters), reclutati dalla propaganda del califfato che fa soprattutto della rete internet il suo punto forte, per unirsi alla “guerra santa contro gli infedeli” e per compiere poi attentati nei loro Paesi d’origine. Questi combattenti sono detti foreign fighters e il fenomeno è in continua espansione anche nei Paesi europei e negli Stati Uniti, da cui partono in numerosi. Gli attentati sono stati compiuti dai cosiddetti lone wolf, lupi solitari, affiliati all’Isis ma dislocati in varie città europee e occidentali.

Gli orrori

Dalla proclamazione del Califfato, l’Isis si è resa protagonista di numerose esecuzioni anche di massa, con tanto di seppellimenti in fosse comuni, rapimenti, attentati, crimini e barbarie, il tutto accompagnato da un’accurata propaganda mediatica attraverso filmati pubblicati sul web di esecuzioni, ma anche di hackeraggio informatico.

Vediamo alcune delle atrocità, narrate al presente (per non dimenticare):

  • Il 19 agosto 2014 viene pubblicato un video su YouTube ripreso immediatamente dai principali media mondiali in cui un uomo mascherato di nero con un coltello (che poi verrà comunemente conosciuto come Jihadi John, un britannico nato in Kuwait affiliato allo Stato Islamico) decapita un ostaggio (vestito in tenuta arancione simile a quella usata dai detenuti di Guantánamo): si tratta di James Foley, un fotoreporter e corrispondente di guerra americano rapito due anni prima in Siria.
  • Poi Jihadi John annuncia l’uccisione di un altro ostaggio americano, il giornalista statunitense di origini ebraiche Steven Sotloff. Sentenza puntualmente ripresa con lo smartphone. Il video sconvolge l’opinione pubblica e le cancellerie di tutto il globo, ma non è che l’inizio di una serie di filmati altrettanto cruenti.
  • Il 3 gennaio 2015 viene mostrato un video in cui il pilota giordano Mu’adh al-Kasasbeh, sempre con la tenuta arancione, viene arso vivo in una gabbia, provocando nuovamente grandissimo sdegno.
  • Nel mese di febbraio l’Isis pubblica un video nella quale viene mostrata l’esecuzione di 21 cristiani copti su una spiaggia probabilmente delle coste libiche, minacciando direttamente l’Italia e i paesi “crociati”.

Gli attentati

Seguono nei mesi successivi attentati in varie parti del mondo, atti soprattutto a colpire le democrazie, come

  • gli attacchi al museo nazionale del Bardo di Tunisi il 18 marzo 2015
  • quelli contro i turisti in una spiaggia di Sousse del 26 giugno sempre in Tunisia
  • in una moschea in Kuwait
  • a una marcia della pace dei Curdi in Turchia
  • contro un aereo russo abbattuto da un ordigno in volo il 31 ottobre con 224 persone a bordo
  • gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi che provocano 130 morti, i peggiori della storia di Francia e d’Europa.

A seguito di questi ultimi due gravissimi attacchi, Francia e Russia, considerandola come una vera e propria dichiarazione di guerra, intensificano i raid aerei contro lo Stato Islamico soprattutto nella capitale Raqqa, roccaforte del califfato. Si mobilita la comunità internazionale a fianco dei russi e dei francesi mentre l’Europa viene invasa da continui allarmi-attentati. Nel video di rivendicazione di queste due ultime stragi e a seguito dell’intensificazione dei bombardamenti a suo danno, il califfato minaccia nuovi attacchi, in particolare a Roma, Londra e Washington e contro i cristiani.

  • Il 2 dicembre 2015 a San Bernardino in California due coniugi di origine araba ispirati dall’Isis compiono una strage in un centro disabili, uccidendo 14 persone di origini ebraiche.

I lone wolf sono considerati ormai una minaccia per l’intero occidente.

  • Il 3 gennaio 2016 un nuovo boia dell’ISIS con le stesse modalità dei filmati del suo predecessore (Jihādi John) appare in un video nella quale vengono giustiziate cinque “spie” inglesi.
  • Nel corso dello stesso mese di gennaio il Califfato si rende protagonista di diversi attentati terroristici nel giro di pochi giorni, dapprima in Libia, poi a Baghdad, a Istanbul e a Giacarta, provocando oltre un centinaio di vittime totali.

A seguito di questi eventi entra in scena la Turchia, colpita dall’attacco sul suo territorio, che inizia bombardamenti aerei contro postazioni del califfato in Siria e Iraq. Fino a quel momento il suo ruolo era stato ambiguo venendo più volte accusata da alcuni Paesi (soprattutto la Russia) di finanziare sottobanco il Daesh tramite contrabbando di petrolio.

  • Il 22 marzo l’Europa viene nuovamente colpita da un sanguinoso attentato ad opera dello Stato Islamico, nel centro di Bruxelles, nel quale perdono la vita 34 persone (oltre 200 feriti) in due diversi attacchi, in aeroporto e alla metropolitana.
  • Il 22 maggio 2017, a Manchester, un kamikaze si fa esplodere alla fine del concerto di Ariana Grande al Manchester Evening News Arena, il bilancio è di 23 morti (compreso l’attentatore) e 250 feriti.
  • Il 3 giugno 2017, a Londra, un furgone con a bordo tre uomini investe i pedoni sul marciapiede del London Bridge, poi continua il suo percorso verso il Borough Market. I tre uomini, armati di coltelli, scendono e cominciano ad accoltellare i passanti e i clienti dei locali del Borough Market prima di essere uccisi dalla polizia. In totale si contano 11 morti (compresi i 3 terroristi) mentre i feriti sono 48.
  • Il 17 agosto 2017, a Barcellona un furgone preso a nolo investe la folla lungo la Rambla uccidendo 16 persone, mentre si contano 124 feriti di cui 14 gravi.

Il governo dei territori

L’organizzazione è stata guidata, come detto, fino al 26 ottobre 2019 (data della sua morte) da Abu Bakr al-Baghdadi, autoproclamatosi califfo. Isis (oggi IS) negli anni ha avviato un programma di governo sui territori posseduti. Fornisce energia elettrica, petrolio e servizi civili. Esportando petrolio dai campi petroliferi conquistati, lo Stato Islamico intasca decine di milioni di dollari. L’Isis ha attuato inoltre un programma di potere morbido nelle aree irachene e siriane sotto il suo controllo, che include servizi sociali, prediche religiose e proselitismo. Si occupa anche della manutenzione delle strade e della rete elettrica.

A Mossul, ha introdotto la sharia nei programmi scolastici, bandendo l’insegnamento della storia nazionale, della letteratura, della storia dell’arte, della musica e della teoria dell’evoluzione di Darwin. Le donne devono indossare veli che coprano tutto. Messi al bando al bando i manichini. Le donne devono stare in casa e non uscire a meno che non sia necessario. Vietata la vendita e l’uso di sigarette. Messe al bando musica e canzoni in macchina, alle feste, in negozi e in pubblico, così come fotografie di persone nelle vetrine dei negozi.

I cristiani che vivono in aree sotto il controllo dell’Isis che vogliono rimanere nel califfato hanno tre opzioni: convertirsi all’islam, pagare l’imposta religiosa oppure morire.

La sede del potere dello Stato Islamico in Siria è il governatorato di Raqqa.

Il patrimonio ammonta a 2 miliardi di dollari, prodotti da traffico di droga verso i paesi Europei, contrabbando di petrolio, donazioni da parte di investitori privati dei paesi del Golfo, in particolare Kuwait e Arabia Saudita, che sostengono la lotta contro il regime di Assad e altre attività criminali.