Le relazioni fra Unione Europea e Israele

NELL'EMICICLO DELL'EUROPARLAMENTO IL MONITO DEI RAPPRESENTANTI DI TEL AVIV

In Israele vi sono ben 60mila startup, caratterizzate da un alto livello di innovazione tecnologica. E i rappresentanti di Israele promuovono rapporti di collaborazione con l’UE, attraverso nuovi accordi commerciali, ma non solo. Il tema è stato affrontato più volte nell’ambito di conferenze all’Europarlamento di Bruxelles. L’obiettivo è cercare di ottimizzare le relazioni economiche fra l’Unione e Israele, ipotizzando un ruolo di partner commerciale di primissimo piano per Tel Aviv. Infatti, Israele è oggi fra i primi posti al mondo in termini di startup e tecnologia.

I rappresentanti di Israele intervenuti all’Europarlamento sostengono che la politica dovrebbe rimanere imparziale e ben lontana dalle logiche commerciali. Purtroppo invece ci sono regole e policy che creano un muro fra Israele e il resto del mondo: regole per cui fare business con Israele è dannoso e pericoloso. Invece il business non deve essere legato alla politica. L’immagine “territory restriction” dà l’idea che, essendo il territorio già occupato, non si può sviluppare nuovo business. Niente di più falso.

Tel Aviv punta il dito verso l’industria elettrica (peraltro trattata nell’ambito del green deal): un settore nel quale il partner mediorientale potrebbe essere un’ottima risorsa per l’UE. Stessa cosa per quanto concerne le tecniche di agricoltura, importabili da Israele: potrebbero notevolmente migliorare la produzione agricola europea. La Spagna stessa, ma anche l’Italia, sono Paesi che potrebbero fortemente beneficiare degli aiuti tecnologici di Israele.

Processi che passano attraverso la stabilità politica: Israele è una democrazia e in quanto tale deve essere considerata al pari degli altri Paesi democratici. Eppure, nell’emiciclo del Parlamento europeo tuonano queste parole: vi sono ancora Paesi che vogliono cacciare gli Ebrei dalla loro terra biblica. Israele si sente sotto pressione, gli israeliani si sentono esclusi vedendo che Paesi come Libano o Algeria hanno più incontri annuali con i vertici di Bruxelles.

In merito all’eterno conflitto arabo-israeliano, nell’emiciclo di Bruxelles emerge un monito: come è possibile che l’UE, la culla della democrazia, possa trattare un altro Paese democratico con distacco e velato disprezzo? L’UE dovrebbe stare dalla parte dell’unico Paese del Medio Oriente che tratta uomini e donne allo stesso modo.

Ma non tutta l’Unione vive di pregiudizi nei confronti di Tel Aviv. L’Olanda ha avviato programmi di acquisto di prodotti chimici, tecnologia, prodotti per la sicurezza, e cyberset cooperation. Un esempio da imitare.