La fine di Bretton Woods

QUANDO IL DOLLARO ERA CONVERTIBILE IN ORO

Glossario

  • Valuta = la moneta di una nazione (es. Dollaro)
  • Convertibilità = facoltà di cambiare una valuta in un’altra valuta secondo un determinato rapporto di cambio (es. 2 a 1 cioè due unità della prima moneta per averne una unità della seconda) oppure di cambiare una valuta in oro
  • Cambio = valore di una valuta rispetto a un’altra (quanta moneta di un altro Paese mi danno in cambio di quella del mio Paese)
  • Svalutazione = perdita di valore di una valuta (moneta di una nazione) rispetto ad un’altra. Nell’esempio di prima, se svaluto la prima moneta che era in rapporto di 2 a 1, la porto 3 a 1, cioè ci vorranno 3 unità della prima moneta per averne una unità della seconda, quindi ho svalutato la prima moneta).
  • Inflazione = perdita del potere di acquisto dei salari o – se preferite – aumento dei prezzi: con un salario di 100 dollari oggi compro 100 kg di pane, domani – a causa dell’inflazione – ne compro solo 90 kg, quindi posso dire che l’inflazione avrà fatto perdere potere d’acquisto al mio salario di 100 dollari (in quanto per i soliti 100 dollari mi danno solo 90 kg di pane invece di 100) oppure posso dire (e dico la stessa cosa) che i prezzo del pane è aumentato perché per avere 100 kg di pane non basteranno più 100 dollari ma ce ne vorranno – ipotesi – 110 di dollari.
  • Liquidità = la quantità di moneta circolante in una nazione, stampata dal Governo (cartamoneta)

Che cosa è il sistema di Bretton Woods

Quanto vale una banconota? Il valore è dato dalla sua convertibilità in oro, cioè dalla convertibilità in oro dell’importo della banconota stampato sopra. E’ il sistema gold standard, che garantiva la moneta circolante in un Paese (la liquidità): il sistema gold standard garantiva il valore della moneta circolante con le riserve auree (di oro) presenti in quel Paese. Il valore della moneta circolante era quindi garantito e assicurato dall’oro in cui ogni banconota poteva essere convertita. L’emissione di nuove banconote avveniva solo se c’era la relativa copertura in oro, cioè le riserve auree.

Durante la prima guerra mondiale, le nazioni europee furono costrette a stampare denaro cioè ad immettere liquidità sul mercato (stampare nuove banconote, cioè cartamoneta) per poter coprire le ingenti spese di guerra, facendo saltare il gold standard. Cioè la quantità di moneta in circolazione non corrispondeva più alle riserve auree disponibili, in quanto ce n’era molta di più rispetto alla copertura in oro. Per questa ragione, nel primo dopoguerra il gold standard è saltato e al suo posto è stato istituito il gold exchange, cioè il valore della moneta di una determinata nazione è garantito non più dall’oro ma dall’exchange, cioè dal dollaro: la moneta circolante sul mercato di quella nazione è coperta (o garantita) da un corrispondente quantitativo di dollari (generalmente presente nei forzieri dello Stato). I dollari sono una garanzia (e conferiscono quindi valore a quella moneta) in quanto loro sì che sono convertibili in oro (gli Usa non uscivano dalla guerra con una situazione economica drammatica come quella dei Paesi europei e quindi garantivano la convertibilità dollaro / oro).

Il dollaro diventa così la moneta di riferimento mondiale, perché è l’unica realmente convertibile in oro in quanto gli Usa hanno riserve auree che coprono e garantiscono la liquidità in dollari circolante.

Nel 1944 vengono firmati gli accordi di Bretton Woods (che fondarono anche la Banca Mondiale con il compito di concedere prestiti ai Paesi che ne avevano bisogno per opere per lo sviluppo economico e il Fondo Monetario Internazionale che aveva il compito di garantire la stabilità delle valute e dei cambi fra le valute). Viene stabilito che i cambi delle varie monete sono basati sul dollaro cioè ogni moneta viene cambiata ad un determinato valore rispetto al dollaro (4 a 1 significa che servono 4 unità della mia moneta per avere un dollaro e viceversa). Viene inoltre stabilito che il dollaro è sempre convertibile in oro al valore di 35 dollari per un’oncia d’oro. Ciascuna moneta quindi è rapportata al dollaro con un determinato valore di cambio (il 4 a 1 di prima) e il dollaro è rapportato all’oro al valore di 35 dollari per oncia. Quindi anche ogni moneta ha una garanzia “indiretta” del suo valore in oro, ed è quindi indirettamente convertibile in oro, passando appunto prima dai dollari: ha una garanzia data dai dollari che a loro volta sono convertibili in oro. In questo modo il sistema dei cambi fra le varie monete era divenuto stabile, perché ogni moneta aveva un determinato cambio in dollari che a loro volta erano cambiabili in oro al valore di 35 dollari per oncia. L’unità di cambio era diventato quindi il dollaro. E si aveva stabilità monetaria.

La fine del sistema di Bretton Woods

La convertibilità del dollaro in oro (l’obbligo di convertibilità) era diventato un problema per gli Stati Uniti. Il punto debole era che anche il dollaro poteva svalutarsi secondo l’andamento dell’economia americana. E se il dollaro veniva svalutato, quindi se perdeva valore rispetto alle altre monete, non poteva più garantire a queste monete una sua convertibilità fissa in oro di 35 dollari per oncia, in quanto  – valendo di meno – sarebbero stati necessari, ad esempio, 40 dollari per oncia.

Un esempio per capire. Gli Usa avrebbero dovuto garantire alle valute delle altre nazioni copertura in dollari / oro al valore di 35 dollari l’oncia quando in realtà per gli Stati Uniti il valore era diventato 40 dollari l’oncia, avendo appunto svalutato il dollaro. Gli Usa quindi avrebbero un danno economico (ad esempio di 5 dollari) per ogni oncia d’oro, qualora una nazione volesse esigere la conversione della propria valuta al cambio fisso (o quantomeno stabile) con il dollaro che a sua volta aveva un valore fisso di conversone in oro.

Gli Stati Uniti, a causa della guerra del Vietnam, avevano dovuto sostenere ingenti spese belliche, con un forte aumento della spesa pubblica per gli armamenti. Per coprire queste spese, il governo aveva dovuto mettere in circolazione cartamoneta in eccesso (liquidità), non più coperta dalle riserve auree. Pertanto il governo americano non poteva più garantire la convertibilità del dollaro in oro.

Nel 1971 Nixon stabilì la non convertibilità del dollaro in oro. Era la fine del sistema di Bretton Woods.

Inoltre fu costretto a svalutare il dollaro, per far fronte alle difficoltà economiche in cui si trovavano gli Usa.

Le monete delle varie nazioni cominciarono così ad oscillare liberamente sui mercati finanziari in base al gradi di salute dell’economia della nazione stessa.

Il dollaro mantenne comunque il ruolo di moneta di riferimento internazionale.